La nostra amata tagliatella deve il suo nome al “taglio” operato sulla pasta sfoglia precedentemente tirata col mattarello e arrotolata su se stessa. E’ una pasta tipica emiliana ma diffusa in tutta la penisola. Già nel 1891 Pellegrino Artusi scriveva “Conti corti e tagliatelle lunghe, dicono i Bolognesi, e dicono bene, perché i conti lunghi spaventano i poveri mariti e le tagliatelle corte attestano l’imperizia di chi le fece e, servite in tal modo, sembrano un avanzo di cucina”. L’Artusi fa anche notare come un tempo venissero chiamati “tagliatelli” subendo nel tempo un cambio di genere.
Dove e quando sia nata di preciso la tagliatella non ci è dato sapere, conosciamo però il suo antenato. L’antico poeta romano Orazio (lo stesso della frase Carpe diem) nel nel 65 a.C. parlava di lagane fornendoci il primo riferimento storico della pasta sfoglia.
Ora facciamo un altro salto nel tempo fino al 1931, anno in cui il vignettista e umorista bolognese Augusto Magnani si inventa una simpatica storia sulla nascita delle tegliatelle. Questa storia vede protagonista il cuoco dei Bentivoglio, nobile famiglia di Bologna, che nel 1487 inventò le tagliatelle ispirato dalla bella Lucrezia.
« Fate una pasta d’ova e di farina,
E riducete rimenando il tutto
In una sfoglia, ma non troppo fina,
Uguale, soda e, sul taglier pulito,
Fatene tagliatelle larghe un dito.
Che farete bollire allegramente
In molt’acqua salata, avendo cura
Che, come si suol dir, restino al dente;
Poiché se passa il punto di cottura
Diventan pappa molle, porcheria,
Insomma roba da buttarla via.
Dall’altra parte in un tegame basso,
Mettete alcune fette di prosciutto
Tagliato a dadi, misto, magro e grasso;
Indi col burro rosolate il tutto.
Scolate la minestra e poi conditela
Con questo intinto e forma, indi servitela.
Questa minestra che onora Bologna
Detta la Grassa non inutilmente
Carezza l’uomo dove gli bisogna,
Dà forza ai muscoli ed alla mente
Fa prender tutto con filosofia
Piace, nutre, consola e così sia. »
(Lorenzo Stecchetti)
Dalle storie di pura fantasia torniamo alla realtà. Quali sono le misure precise della tagliatella?
Per essere perfetta la sua larghezza dev’essere di 8 millimetri corrispondenti alla 12.270a parte della torre Asinelli (e circa di 7 mm da cruda).
La Confraternita del Tortellino e dall’Accademia italiana della cucina nel 1972 depositarono la misura presso la Camera di Commercio di Bologna. E proprio al Palazzo della Mercanzia è custodita la riproduzione di una tagliatella in oro di 8 mm. Non esiste invece codificazione per lo spessore, solitamente compreso fra i 6 e gli 8 decimi di millimetro.
La tagliatella va gustata rigorosamente al ragù. Quello bolognese, saporito e cotto a fuoco lento per ore sul fornello, ma questa è un’altra storia.
Elisa Barbari
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Bravissima come sempre!!!!