Sapevate che a Bologna esisteva una succursale della Fotana di Trevi? Almeno così l’avevano soprannominata negli anni ’60.

Siamo nel 1959, l’epoca di maggior splendore dei nuovissimi e iper moderni sottopassaggi che collegavano via Rizzoli, via Indipendenza e piazza re Enzo. Una galleria colma di negozi, biglietterie, uffici e bar.  Ma c’era ben altro: alcuni spazi conservavano reperti storici visibili attraverso una teca di vetro dai passanti. Si trattava di un selciato di decumano massimo nei pressi di via Caduti di Cefalonia e sotto via Ugo Bassi o il selciato del cardo completo di marciapiedi sotto piazza Nettuno. Questi reperti emersi durante gli scavi per la realizzazione del sottopasso, furono conservati per quanto possibile e resi fruibili alla popolazione.

Pavimento in mosaico di casa romana presso il sottopassaggio di via Rizzoli

A questo punto accadde qualcosa di inaspettato

i passanti cominciarono a lanciare monetine attraverso la teca che affacciava sull’antico selciato romano. Una monetina dopo l’altra il gruzzolo cominciò a farsi consistente tanto che il comitato incaricato della manutenzione arrivò a chiedere all’amministrazione comunale come impiegare quel denaro. Si decise di utilizzare le somme raccolte dalla succursale della Fontana di Trevi per l’implementazione dei servizi nell’ambito scolastico.

Chissà quanti e quali desideri furono espressi dai visitatori lanciando le monete nelle fessure della teca. Ogni moneta un desiderio, adagiato là, sull’antico decumano. Un piccolo tesoro fatto di sogni segreti. Non sappiamo se quei sogni abbiano trovato modo di realizzarsi, di certo uno trovò la strada per concretizzarsi: una migliore assistenza scolastica.

Il selciato romano del sottopassaggio di via Rizzoli – ASCBo -Atti di Gabinetto del Sindaco -Donazione del Comitato per Bologna Storica ed Artistica 17.6.1959

Da bambina avevo anche io le mie Fontane di Trevi bolognesi: una era il pozzo nel cortile di Palazzo D’Accursio e l’altro era la vasca posta nel giardino retrostante Villa Aldrovandi Mazzacorati. Entrambi provvisti di acqua e pesci rossi. Mi ci portava spesso mio nonno, nelle nostre lunghissime passeggiate. Immancabilmente mi dava una monetina e mi diceva di esprimere un desiderio prima di lanciarla. Dei desideri espressi non ho più ricordi. Restano invece le immagini di questi luoghi intrisi di arte e di storia e la magia di credere che tutto sia possibile.

Pozzo nel cortile di Palazzo d’Accursio (Foto dal sito panoramio.com)

Elisa Barbari | Bologna | © Copyright – Tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione.

Fonti e approfondimenti iperbole