Questa volta siamo a Massafra, in provincia di Taranto. Qui si trova la cripta rupestre chiamata Farmacia del Mago Greguro, un complesso di celle intercomunicanti giacenti al fondo di un oscuro burrone. In alcune di esse appaiono – ricavate nella roccia – gli incavi nei quali anticamente pare si conservassero le erbe medicamentose.
Secondo la tradizione il mago Greguro era un’alchimista vissuto in queste grotte intorno all’anno Mille. Insieme alla figlia Margherita si dedicava alla coltivazione delle piante officinali per la realizzazione di unguenti curativi. Queste attività indussero gli abitanti di Massafra a pensare che i due praticassero la stregoneria. Vista la nomina poco lusinghiera che si erano procurati, la giovane preferiva non dare nell’occhio e cercare le piante officinali di notte, ottenendo però l’effetto contrario e cioè alimentando le maldicenze. Margherita fu accusata di aver sedotto gli uomini del paese con filtri e sortilegi. In fretta e in furia venne processata e messa al rogo, infine salvata in extremis dall’Igumeno Anselmo, superiore del monastero bizantino di Massafra.
L’accesso alla grotta è tramite una ripida scala posta su di una strettoia posta in alto. Una volta all’interno ci si trova davanti un dedalo di 12 stanze scavate nella roccia, tutte comunicanti tra loro, e nelle pareti gli alloggiamenti per quelli che la leggenda narra fossero unguenti e pozioni.
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