Nel Rinascimento Ferrara era famosa per i suoi giardini, creati ad imitazione di un ideale edenico aggiornato secondo i canoni della cultura cortese e cavalleresca. Boschi, grotte, montagne, geometrie di siepi, aiuole odorose, giochi d’acqua avevano trasfigurato il paesaggio attingendo a tutte le risorse delle arti e della tecnica.¹

Il Giardino, tra i luoghi che sicuramente hanno ispirato i paesaggi incantati presenti nell’Orlando furioso, è collocato all’interno del Castello Estense ed è noto per il suo “boschetto” di aranci e per la suggestiva loggia dove questi erano ricoverati durante l’inverno.²

Il Giardino degli Aranci assunse le dimensioni e le caratteristiche attuali con Alfonso I ed evoca la presenza della Corte che si affacciava, non vista, ad ammirare la città tra il profumo delle zagare. Il muro del giardino pensile fu costruito su progetto di Girolamo da Carpi, nella seconda metà del Cinquecento. I documenti d’archivio sono prodighi di notizie sul giardino pensile e permettono di ricostruirne le diverse sistemazioni: dai vialetti con terreno riportato con grandi aiuole di piante annuali, all’allestimento settecentesco con sole piante di agrumi in vaso riparate d’inverno dalla Loggia utilizzata come serra.³

Un autentico processo di “scultura” del paesaggio aveva trasfigurato la natura: il centro del disegno era il Castello, con la sua teoria di giardini segreti che confluivano nel Giardino pensile degli Aranci.
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Elisa Barbari | Bologna | © Copyright – Tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione.

Fonti e approfondimenti:

¹Castello Estesnse

² Museo Ferrara

³ Ferrara Terra e Acqua

Foto copertina Andrea Borghi