C’è un’intera generazione cresciuta con gli anime giapponesi. Tutto comincia 40 anni fa, quando attraverso la tv una cultura così lontana come quella del Giappone entrò nelle vite dei giovani spettatori. Com’è stato possibile? Semplice: i cartoni giapponesi costavano poco, per cui vi si riempirono i palinsesti televisivi. Tutti i bambini che come me sono nati verso la metà degli anni 70 sono cresciuti con i grandi robot, indelebilmente plasmati, saremo battezzati dai sociologi come generazione anime. (Per chi non lo sapesse i Manga sono i fumetti giapponesi gli Anime la loro versione animata o cinematografica).

Risultati immagini per robot giapponesi

La nostra attuale fiducia nelle nuove tecnologie e nel progresso tecnologico non è altro che il riflesso della realtà nipponica progressista e innovativa di quegli anni. Ore e ore davanti alla tv e inconsapevolmente siamo cresciuti facendo nostri i principi tipici della cultura giapponese: il coraggio, l’onestà, il bene comune, la solidarietà, l’eroismo, la difesa del nostro pianeta. Le trame narrative di cyborg, umanoidi e robot ci hanno insegnato il senso del dovere, di coesione fra tutti gli esseri della terra, della pace universale come elemento fondamentale. La lotta necessaria per la conquista della libertà e della giustizia: proprio attraverso gli episodi con violenti combattimenti siamo arrivati alla consapevolezza della crudeltà della guerra creando i presupposti per diventare adulti pacifisti e antimilitaristi.

Risultati immagini per miyazaki

Crescendo, abbiamo continuato a nutrirci dei film di animazione del Maestro Miyazaki dove “il cattivo” non è poi così cattivo secondo il principio relativista del bene e del male, come ne Il castello errante di Howl” o “La città incantatafino alla celebrazione della natura con “La Principessa Mononoke” e “Il mio vicino Totoro”.

Quell’inquietudine malinconica instillata da Matsumoto in Capitan Harlock la tritrovo a tratti nelle trame coinvolgenti dei manga contemporanei come Attack on Titan di Hajime Isayama.

Immagine correlata

La guerra contro Goldrake finisce in parlamento

Oggi manga e anime sono completamente sdoganati, eppure ci fu un tempo in cui Goldrake finì in parlamento, sulla spinta della protesta imolese di genitori, sociologi e psicologi che vedevano nei cartoni giapponesi fonte di pericolo. L’autore di Goldrake, Go Nagai, nel 1982 rispose alle accuse: «Nel mondo degli adulti che si arrabbiano con Goldrake non c’è forse violenza? Se noi cartoonist raccontassimo ai bambini il mondo degli adulti com’è davvero senza pudori dipingeremmo scene di pace, serenità? Io credo che ci sia tanta ipocrisia in chi si preoccupa della violenza fantastica e non della violenza reale quotidiana che i bambini vedono benissimo».

Fonte: Imago Recensio

Risultati immagini per goldrake è giusto censurarlo?

Persino Gianni Rodari prese le sue difese: «Invece di polemizzare con Goldrake, cerchiamo di far parlare i bambini di Goldrake, questa specie di Ercole moderno. Il vecchio Ercole era metà uomo e metà dio, questo in pratica è metà uomo e metà macchina spaziale, ma è lo stesso, ogni volta ha una grande impresa da affrontare, l’affronta e la supera. Cosa c’è di moralmente degenere rispetto ai miti di Ercole? I nuovi cartoni animati della televisione non limitano la fantasia infantile: i bambini che giocano non subiscono Goldrake, lo adoperano.  Hanno semplicemente una materia prima in più per giocare. Quindi sono importanti anche questi». 

I tempi delle polemiche su Goldrake sono ormai lontani. Oggi, a distanza di 40 anni è arrivato il momento di realizzare un sogno: parto oggi stesso per visitare i luoghi in cui sono nati gli eroi della mia infanzia; la culla di quelli che sono diventati anche miei valori. Una cultura così lontana eppure così vicina: quella del Giappone.

Risultati immagini per giappone fujiyama

Elisa Barbari