“Caterina: tigre di Romagna” è il titolo del murale inaugurato l’8 aprile 2018 a Bagnara di Romagna.

Il murale rappresenta Caterina Sforza, che fu Signora di Bagnara, con una spada in mano. Accanto a lei una tigre e sullo sfondo la Rocca sforzesca, con il loggiato e il mastio che rappresentano i due elementi architettonici del castello legati al suo intervento. La tigre ricorda il soprannome che le venne assegnato già nelle cronache rinascimentali, cui solo più tardi si aggiungerà quello di “leonessa”, entrambi segno di un carattere forte e coraggioso che le ha permesso di lasciare un segno importante nella storia¹

L’utore dellameravigliosa opera di street art è il giovane artista argentino Guido Palmadessa.

bagnara

La rocca

La rocca di Bagnara, sorta nel XV secolo ad opera delle famiglie Riario e Sforza, i signori dell’epoca, sulle rovine del castello medievale fatto costruire, nel 1354, da Barnabò Visconti. La Rocca originale era la parte più importante del sistema difensivo trecentesco, benché più modesta e più bassa rispetto a quella attualmente visibile, con due torri simmetriche, a levante e a ponente, perfettamente uguali.
Tale fisionomia fu il frutto di alcuni interventi ad opera del Visconti, tesi non tanto all’inseguimento di un puro ideale estetico ma bensì al miglioramento dell’uso a fini difensivi della rocca contro le armi manesche e da lancio. Quel primo manufatto andò completamente distrutto nel 1428 nella battaglia tra Filippo Maria Visconti e Angiolo della Pergola. Il suo ripristino richiese diversi decenni, durante i quali Bagnara passò alla Santa Sede, poi agli Estensi, poi di nuovo alla Santa Sede, quindi a Taddeo Manfredi, a Galeazzo Sforza e, nel 1479, a Galeotto Manfredi. Nel 1482 la Rocca fu assegnata a Girolamo Riario quale dono di nozze da parte di Papa Sisto IV, suo zio, assieme alle città di Imola e Forlì con le rispettive pertinenze. Alla morte del Riario, ucciso a Forlì in una congiura, gli subentrò la vedova Caterina Sforza.

In questo periodo, si ha l’introduzione dei primi esempi di artiglieria da fuoco di grande levatura, le bombarde. Il loro rapido perfezionamento rappresenta un’importante innovazione nell’arte militare, spingendo in Italia e in particolar modo in Romagna i Signori dei castelli a ricorrere a numerose modifiche architettoniche, atte a contrastare la forza d’urto dei proiettili. Si sviluppa così una famiglia di forme nuove, che si staccano dalle tradizionali forme medioevali per rincorrere le forme del successivo fronte bastionato all’italiana, ma proprio perché si parla di una fase di passaggio, anche se breve, queste due caratteristiche seppur differenti tra loro convivranno all’interno delle rocche che si svilupparono durante il periodo chiamato della “transizione”. Esempio indiscusso di tale passaggio è il fortilizio bagnarese. Sotto il dominio di Caterina Sforza la rocca viene notevolmente ampliata.²

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Fonti e Approfondimenti:

¹Ravenna e dintorni

² Bagnara di Romagna