Siamo a Carosino, provincia di Taranto. Se ve lo siete perso vi invito a leggere il precedente articolo che trovate qui
Carosino è composto da cinque contrade che fanno riferimento alla denominazione di alcune vie. Nelle varie contrade sono visibili gli stemmi rionali sulle pareti degli edifici: Paramienti, Pipitari,Croce, Pagghiari e Palazzi.
Rione Paramienti
Qui erano ubicati vari locali adibiti a palmenti cioè il luogo dove avveniva la trasformazione delle uve in vino. La pigiatura dell’uva si concludeva con l’uso della pietra del palmento per ricavare le ultime gocce di mosto. I residui della pigiatura ( raspi, bucce e semi) venivano ammucchiati sotto una serie di tavole su cui passava un robusto palo collegato a un meccanismo. Azionando il palo si pressavano i residui della pigiatura da cui sgorgava l’ultimo mosto che veniva poi raccolto in appositi contenitori.
La cantina dei nonni al Rione Paramienti
Comincio col Rione Paramienti perchè la casa dei miei nonni è ubicata proprio qui. Infatti è dotata di una cantina molto particolare. Da piccola mi facevano paura quelle scale così ripide ma al tempo stesso così affascinanti.
- La cantina dei nonni
- Capasoni (antichi contenitori per il vino)
- Apertura nel soffitto collegata al piano di capestio stradale
- Oggi ridotta, un tempo l’apertura era molto più ampia
Così profonda e con quell’odore inconfondibile tipico delle cantine. Nel soffitto è posta un’apertura che collega direttamente al piano di calpestio sovrastante. La funzione dell’apertura era quella di agevolare la raccolta dell’uva che dalla superficie stradale veniva versata direttamente in grandi contenitori per la vinificazione. Nella parte inferiore dei contenitori vi era una canalina che raccoglieva per gravità il prodotto finale in una sorta di vasca scavata nella pietra.
Rione Pipitari
La nascita del rione è legata alla migrazione avvenuta nel XVII sec. di famiglie albanesi dal Casale di Civitella a Carosino. Gli albanesi erano chiamati il popolo degli “Schipatari”, che fa riferimento ad un’etnia d’Albania. È possibile che queste famiglie si siano stanziate sulla parte est di Carosino, l’odierna via Mazzini, parte più vicina a Civitella. Questa strada fu certamente indicata come strada de “Schipatari”, termine che nei secoli ha avuto una modifica linguistica in “Pipitari”. Si può sicuramente notare la profonda assonanza dei due termini: “Schipatari” e “Pipitari”.4
Lo stemma riprende il caratteristico comignolo presente in questo rione, importante traccia delle antiche civiltà dell’Albania Ionica.
I Comignoli arbëreshë
Una testimonianza dell’antica civiltà albanese insediatasi qui sono senza dubbio i preziosi comignoli arbëreshë. Di enorme rilevanza per la storia, la cultura e l’architettura di Carosino tanto da aver indotto a una petizione per il riconoscimento del loro valore storico, artistico e culturale.
Rione Croce
Prende nome da una via chiamata strada della “Croce” in cui si trovava un’antica stele dell’età del bronzo. In epoca medievale i cristiani posizionarono una croce di ferro sulla sommità della la stele. Questo punto, crecevia di antiche strade principali, divenne oggetto di venerazione durante le processioni. Nella toponomastica di Carosino esistono molte testimonianze della presenza di questo manufatto, così come il nome stesso del Rione, chiamato appunto Croce.
Rione de Pagghiari
Questa via veniva chiamata anticamente (XVII sec.) strada della “Pagliara” poi mutata in “Pagliari”, in dialetto via dei “Pagghiari”. Certamente in quella strada erano ubicate delle case con tetti di paglia.
Rione Palazzi
Contrada così denominata così perché sorta sulla via che conduceva alla masseria di Palazzi. Masseria ancora visibile ma ridotta a un rudere.
Fonti e Approfondimenti
Elisa Barbari | Blog Bologna | © 2018 – Tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione
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