Eccomi in Puglia, in un luogo a me particolarmente caro perchè parte delle mie radici: Carosino in provincia di Taranto. Ebbene sì, sono nata a Bologna ma sono -in parte- di origine pugliese.
Andiamo indietro nel tempo, precisamente all’età del ferro, intorno al IX sec a.C. quando alcune popolazioni di origine illirica e cretese si insediarono in questo territorio. La posizione geografica favoriva la centralità commerciale sull’asse Taranto-Grecia. La stessa Taranto fu una delle più antiche colonie spartane e Carosino risultò luogo di accoglienza per i mercanti di passaggio.
Carosino e il tesoro della Magna Grecia
Nel 1904 a Carosino furono rinvenute 76 monete d’argento della Magna Grecia risalenti il IV secolo a.C. Taranto fu la prima ad adottare il conio in rilievo da ambo le parti già in vigore ad Atene. Il sistema di valuta facilitò gli scambi commerciali nel Mediterraneo.¹Durante la guerra greco-gotica Carosino registrò un periodo di decadenza, frazionandosi in casali e casegrotte e vivendo unicamente di agricoltura e pastorizia.
Dal rito greco ortodosso, bizantino albanese al rito latino
Verso il X secolo Carosino fu insediato da un gruppo di tarantini sopravvissuti alle invasioni saracene che nel 927 distrussero e saccheggiarono la città di Taranto. Nel XV secolo le armate albanesi, al seguito di Scanderberg, distrussero il piccolo ed antico casale. Carosino fu ripopolata dagli Albanesi sia perché dovevano sfuggire dalle invasioni Turche, ma anche per seguire il valoroso condottiero Giorgio Castriota Scanderberg.

Giorgio Castriota, detto Scanderbeg è stato un condottiero e patriota albanese. Tra le figure più rappresentative del XV secolo, fu principe albanese e re d’Epiro, abile condottiero e diplomatico, che unì i principati d’Albania animando la resistenza degli albanesi e bloccando per decenni l’avanzata dei turchi-ottomani verso l’Europa[1]. Eroe nazionale dell’Albania e degli albanesi, difese il suo paese e i suoi valori morali e religiosi cristiani dall’invasione musulmana, per tale motivo ottenne da Papa Callisto III gli appellativi di Atleta di Cristo e Difensore della Fede
Il Rito ortodosso e la parlata arbëreshë dei coloni albanesi perdurarono fino all’arrivo dell’Arcivescovo giunto a Carosino nel maggio 1578. Le cronache dell’epoca riportano la sua feroce propaganda che soppiantò l’antico rito sostutuendolo con quello cattolico. Nonostante tutto, il rito ortodosso perdurò fino al sec. XVII, momento in cui tutti gli abitanti di Carosino avevano abbracciato il rito latino. Dalla perdita del rito ortodosso alla perdita della lingua il passo fu breve. Solo alcune forme dialettali ancora tramandano l’antico legame con le radici albanesi.²
L’origine di Santa Maria delle Grazie
Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Carosino
A conferma della forte connotazione storica d’oltremare pensiamo al toponimo Carosino che deriverebbe da Carus-sinus, cioè carus “prezioso” e sinus riferito al seno della Vergine Maria, il cui culto era diffuso nel santuario già famoso nel XVI° sec. Gli albanesi, orientali di rito bizantino, veneravano la Madonna di Costantinopoli, di cui portarono con sé la devozione e forse la stessa immagine. Ed infatti a Carosino la Madonna prende il nome di Santa Maria di Carosino, che altro non è che la Santa Maria del Ponto Eusino del Bosforo, ossia di Costantinopoli.
La Madonna delle Grazie di Carosino

L’immagine sacra della Madonna allattante
Degli antichi fasti dei riti religiosi rimangono purtroppo solo poche vestigia storiche, racchiuse essenzialmente nel prezioso e, a quanto si dice, miracoloso dipinto della Vergine. Gli elementi iconici dell’opera, fanno ascrivere il soggetto pittorico tra le matrici con chiaro influsso dell’arte bizantina.
Se di questo profondo culto locale appare sbiadita dal tempo la “traccia” storica, non è così per quanto attiene la devozione popolare, che risulta invece essere ancora viva nella fede mariana testimoniata dai cittadini locali.³
Le contrade
Carosino è composto da cinque contrade che fanno riferimento alla denominazione di alcune vie. Nelle varie contrade sono visibili gli stemmi rionali sulle pareti degli edifici: Croce, Pagghiari, Palazzi, Paramienti e Pipitari. Ogni rione ha una storia da raccontare, ma di questo scriverò nel prossimo articolo.
Stay tuned
Fonti e approfondimenti
Istituto Italiano di Numismatica Tesoretto di monete greche ² Carosino la Città del vino e la sua identità arbëreshë ³ Madonna delle Grazie di Carosino. Storia di un'antica devozione
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